martedì 11 febbraio 2014

ADRIANA BENETTI


ADRIANA BENETTI nasce a Ferrara nel 1919. Sin da bambina sogna di diventare attrice e, dopo gli studi magistrali, si trasferisce a Roma dove viene ammessa al Centro Sperimentale di Cinematografia. Qui viene notata da Vittorio De Sica che, dopo il diploma, la sceglie nel 1941 come protagonista del suo film "Teresa Venerdì". La pellicola è un successo e l'attrice richiama la curiosità di pubblico, critici e rotocalchi, diventando nel giro di breve tempo una delle beniamine del cinema dei telefoni bianchi, venendo soprannominata "la fidanzatina d'Italia" (ruolo distinto dalla "fidanzata d'Italia" che era invece Assia Noris). L'anno successivo, nel 1942, è richiesta da numerosi registi: gira "C'è sempre un ma" di Luigi Zampa, ""Avanti c'è posto" di Mario Bonnard accanto ad Aldo Fabrizi, "I quattro di Bir El Gobi" di Giuseppe Orioli, e soprattutto con Gino Cervi "Quattro passi fra le nuvole" di Alessandro Blasetti, quello che è considerato uno dei film che aprono la strada al neorealismo. Nel 1943 altre grandi prove, come l'ingenua studentessa Isabella di "Quartieri alti" di Mario Soldati, la coraggiosa patriota antiborbonica nel mélo storico "Tempesta sul golfo" di Gennaro Righelli e la ragazza contesa dai fratelli aviatori Gino Cervi e Antonio Centa in "Gente dell'aria" di Gennaro Righelli. L'anno dopo si affaccia per la prima volta in teatro e viene chiamata in Francia dal regista Marc Allégret per recitare nella pellicola "Rondini in volo". Nell'immediato dopoguerra appare spesso al cinema all'interno della settimana Incom con una sua rubrica di posta, e nel 1945 gira due importanti film sulla storia italiana di quel tempo: "O sole mio" di Giacomo Gentilomo, uno dei primi film del neorealismo e che racconta delle quattro giornate di Napoli, seguito da "Il sole di Montecassino" di Giuseppe Maria Scotese in cui recita accanto a Fosco Giachetti. Dello stesso anno è la commedia musicale "Torna a Sorrento" di Carlo Ludovico Bragaglia, apprezzata da critica e pubblico, come i due film successivi del 1946, il romantico "Inquietudine", in cui la Benetti da grande spessore alla tenerezza della protagonista, e lo storico "Un eroe tra la folla", in cui è ottima interprete accanto ai grandi Eduardo e Titina De Filippo. Nel 1947 è con Aldo Fabrizi nel drammatico "Tombolo, paradiso nero" di Giorgio Ferroni, gira il poliziesco internazionale "Manù il contrabbandiere" di André Cayatte e Lucio De Caro, e viene diretta da Goffredo Alessandrini in "Furia", in cui lavora nuovamente con Gino Cervi. Sempre nel 1947 fa scandalo una sua posa in bikini per il settimanale "Il tempo illustrato", forse in contrapposizione ai suoi molti ruoli di ragazza acqua e sapone, seria e posata. Nel frattempo inizia a diradare il grande schermo e preferisce tornare al palcoscenico, dividendosi tra teatro e riviste. Nel 1949 viene chiamata in Spagna dal regista J.A Niever Condé che la vuole protagonista del suo film "Llegada de noche". Sempre spagnoli sono i film "Neutralidad (1949) e "La mujer de nadie" (1950). All'inizio degli anni '50 compare in pellicole italiane commerciali seppur di buon livello, come "47 morto che parla" (1950) di Carlo Ludovico Bragaglia" in cui recita accanto a Totò e il peplum "Gli ultimi giorni di Pompei" (1951) di Marcel L'Herbier. Continua però con il cinema internazionale, tra cui ricordiamo gli argentini "Donde comienza los piantanos" (1951) di Ber Ciani e "Las aguas bajan turbias" (I desperados della jungla verde, 1952) dove è diretta da Hugo Del Carrill, film intenso e delicato sulla rivolta di alcuni coltivatori di maté in cui l'attrice veste i panni della ribelle Amelia; questa pellicola è un successo in tutto il mondo e le fa vincere numerosi premi, ma quando esce in Italia l'anno successivo non ottiene lo stesso successo. Nel 1954 è nel cast de "Le due orfanelle" di Giacomo Gentilomo , mentre l'anno seguente è la magnifica insegnante di musica ne "Le diciottenni" con la regia Mario Mattoli. Nel 1957 dà man forte con la sua interpretazione al giovane cast dei "A vent'anni è sempre festa", dove è diretta da Vittorio Duse. Dopo questa esperienza, nonostante le proposte ricevute ma forse non trovando dei giusti ruoli, la Benetti decide di abbandonare la sua carriera cinematografica. Una grande perdita per il cinema che avrebbe potuto trovare ulteriore giovamento dalle sue maturate capacità recitative. L'attrice preferisce ritirasi a vita privata, dando pochissime notizie di sè nel corso degli anni. Oggi ha quasi 94 anni e sappiamo che vive nella campagna romana.

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