lunedì 16 dicembre 2013

Addio a JOAN FONTAINE


Se ne è andata all'età di 96 anni JOAN FONTAINE. Sorella minore di Olivia De Havilland, con la quale è stata sempre in competizione, la Fontaine (vero nome Joan De Beauvoir De Havilland), nasce a Tokyo nel 1917. Dopo il divorzio dei genitori, si trasferisce in California dove, spinta dalla madre e seguendo le orme della sorella, inizia adolescente a studiare recitazione. Debutta quasi diciottenne a Broadway nel 1935 in "Call it a day", dove viene notata dalla Rko che la mette sotto contratto. Il debutto al cinema nello stesso anno in una parte minore in "Non più signore". Dopo qualche altro ruolo secondario tra il 1937 e il 1938 in film come "Dolce inganno", "Musica per signora", "Una magnifica avventura" e "I tre cadetti", ottiene la notorietà e il plauso della critica nel 1939 con il film "Giunga Din" e soprattutto con "Donne" di George Cukor, in cui non sfigura accanto ad altre famose protagoniste. Nonostante il successo la Rko non le rinnova il contratto non trovando ruoli adatti da offrirle. Dopo essere stata scartata al provino per Rossella O'Hara in "Via col vento" (nel cui cast figura poi la sorella), incontra il produttore David O. Selznik che le offre il ruolo da protagonista nel debutto americano di Alfred Hitchcock, "Rebecca, la prima moglie" (1940). La sua interpretazione, segnata anche da una nomination agli Oscar, le fa giungere la consacrazione e il film diventa nel tempo uno dei migliori successi del maestro del brivido. Hitchcock, colpito dalla sua bravura, la sceglie anche per il film successivo, "Il sospetto" (1941), per il quale la Fontaine vince il premio Oscar come migliore attrice. Si specializza in seguito in ruoli melodrammatici, come in "Sono un disertore" (1942) di Anatole Litvak, in "Jane Eyre" (1943) di Robert Stevenson  e ne "Il fiore che non colsi" (1943), pellicola diretta da Edmund Goulding che le fa ottenere la terza nomination agli Oscar. Seguono altre interessanti produzioni, come "L'avventura viene dal mare" (1944),  "Gli amori di Susanna" (1945) e  "La sfinge del male" (1947), e conferma il suo seguito di pubblico e critica in tre importanti film del 1948: il drammatico "Lettera da uno sconosciuto" di Max Ophuls, la brillante commedia "Il valzer dell'imperatore" di Billy Wilder e il noir "Per te ho ucciso" di Norman Foster. Inizia a collaborare con la radio nei radiodrammi del "Lux Video Theatre", e continua ad essere richiesta al cinema da grandi registi anche gli anni successivi, come da William Dieterle in "Accadde a settembre" (1950), Nicholas Rey ne "La seduttrice" (1950), George Stevens in "Perdonami se ho peccato" (1952), Orson Welles in "Otello" (1952), Richard Thorpe in "Ivanhoe" (1952) e dalla collega Ida Lupino ne "La grande nebbia" (1953). Nel 1953 inizia a lavorare anche in televisione recitando nel "Four Star Playhouse", prima di tornare in teatro a Broadway con "The' e simpatia" nel 1954. Gli anni successivi dirada il grande schermo, anche se ci offre ottime prove in "Serenata" (1956) di Antonhy Mann, ne "L'alibi era perfetto" (1957) di Fritz Lang, ne "Lisola del sole" (1957) di Robert Rossen e in "Un certo sorriso "(1959) di Jean Negulesco. Appare invece sempre più spesso in televisione, come nel "General Eletric Theatre" (1956-61) e nel "The 20th Century Fox Hour" (1956), o in alcune serie come "On trial" (1956) e "Star Time" (1960). Nel 1961 è di nuovo al cinema con "Viaggio in fondo al mare" di Irwin Allen e l'anno successivo in "Tenera è la notte" di Henry King. Nel 1963 ritrova Hitchcock che la dirige in un episodio de "L'ora di Hitchcock". Sempre nello stesso anno partecipa alla serie "Wagon Train" e, dopo un rientro in teatro con alcune versioni di "Private Lives", "Cactus Flowers" e "The lion in winter", torna al cinema nel 1966 con il film da lei prodotto "The Witches". Dal 1968 al 1970 è nuovamente a Broadway con lo spettacolo "Forty Carats", che ottiene enorme successo. Dopo alcuni anni di assenza, nel 1975 appare in un episodio della serie "Cannon", mentre nel 1978 è fra i protagonisti del film-tv "The Users" ed esce la sua autobiografia, "No bed for roses". Nel 1980 partecipa ad alcuni episodi di "Ryan's Hope", che le fruttano una nomination agli Emmy. Oltre a portare la sua conoscenza cinematografica al Festival di Berlino nel 1982 dove è presidente di giuria, continua per qualche anno con la tv apparendo come special guest star in alcune serie come "Love Boat" (1981), "Aloha 's Paradise" (1981), "Bare Essence" (1983) e "Hotel" (1986), e partecipando ai tv-movie "Crossings" e "Dark mansions", entrambi del 1986. Dopo alcuni anni di silenzio, nel 1994 è fra i protagonisti del film televisivo "Good King Wenceslas", con il quale chiude la sua straordinaria carriera. Negli ultimi anni è vissuta lontana dai riflettori nella sua casa di Carmel, in California.
 La vogliamo ricordare con questo tributo dove sono raccolte alcune delle sue migliori performances cinematografiche.

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