mercoledì 4 dicembre 2013

Non è aria di FRESH-REMAKE


Ci sono tre ondate americane sulla scrittura di serie televisive. La prima assai originale che raccoglie interessanti risultati, quali "Dowtown Abbey", "Orange is the new black", "American Horror Story", "Revenge" per citarne alcune. Storie nuove o "liberamente tratte" con rivoluzioni nella sceneggiatura o grande spirito di inventiva.
L'altra è quella più facile del remake. Poche idee ma una sicura ripresa della storia di una serie di alcuni decenni fa, riambientandola ai giorni nostri. Un caso può essere "Hawaii Five-O", ma dobbiamo dire che questa nuova versione ha credibilità e appeal. Meno fortunate gli anni scorsi i rifacimenti di "Dragnet", "Kojack", o "Melrose Place", pur spostando l'arco temporale, facendo misteriosamente tornare in vita personaggi defunti nella serie madre o cambiando il colore al protagonista. Oppure "Visitors", abbastanza inosservata poichè senza l'anima dell'originale. Esperimenti che se usati con intelligenza avrebbero potuto funzionare.
E ora invece spunta il nuovo caso, il remake di una serie conclusa da pochi anni. La prima è "La signora in giallo", serie terminata qualche anno fa e con la nuova protagonista interpretata da Octavia Spencer (con un Angela Lansbury poco convinta del progetto da cui prende le distanze). Poi si è parlato di "Streghe" con l'inevitabile insurrezione dei fans e di alcune protagoniste della serie originale. E addirittura di "Willy il principe di Bel Air". Per non parlare di eventuali spin-off, come quello di "E alla fine arriva mamma", dove le dinamiche dei protagonisti cambierebbero ben poco. Ma la nuova generazione di sceneggiatori ha così poca inventiva? Non capisce che lo spettatore ha ancora nel cuore la serie originale visto che è da poco conclusa? Il fresco usato porta forse facile profitto senza sudore?
Eppure ci sarebbero serie più antiche da rispolverare, e che potrebbero avere maggiore successo. Un esempio? "Cuore e batticuore", la serie giallo-rosa anni '70 con i detective moglie e marito (già sulle orme del film "The thin man" del 1934). Ai giorni nostri e con un ritocco alla sceneggiatura sarebbe un successo, perlomeno una storia che le nuove generazioni non ricordano senza andare a stuzzicare una recente produzione intoccabile nelle loro menti.
Ma per quanto riguarda il "fresh-remake" (vogliamo chiamarlo così) noi ci opponiamo fermamente. A questi intoppanti rifacimenti una sola tirata di sciacquone non basta.

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