Leggendo quest'oggi sui quotidiani del rapporto tra Giulio Andreotti e il cinema, si è largamente parlato del suo cameo nel film di Alberto sordi "Il tassinaro", dove il senatore interpretava se stesso, nonchè del film di Sorrentino "Il divo", che ne analizzava la figura. Ricordiamoci però che un giovane Andreotti sottosegretario allo spettacolo fu artefice di una grande censura al cinema italiano del neorealismo; non solo mise all'indice film come "Umberto D", che andavano secondo lui ad attaccare la moralità cattolica, ma ostacolò l'uscita e la diffusione dei film italiani all'estero poichè "i panni sporchi si lavano a casa propria". Lui era Andreotti. Loro De Sica, Rossellini, De Sanctis, Lizzani... e sappiamo chi vinse. Viva il cinema italiano.
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