mercoledì 23 luglio 2014

DEBORAH KERR


DEBORAH KERR nasce a Glasgow nel 1921. Nel 1937, dopo gli studi di danza e recitazione, debutta a soli sedici anni in teatro come mimo in "Harlequin and Columbine", mentre l'anno successivo è nel corpo di ballo dello spettacolo "Prometheus". Decisa a specializzarsi come attrice, si trasferisce a Londra dove dal 1939 e per alcuni anni recita in diverse produzioni shakespeariane. Nel frattempo, nel 1940, debutta al cinema dove ottiene una piccola parte nel film "Contrabbando", che però viene tagliata in fase di montaggio. L'anno successivo, dopo un ruolo secondario ne "Il maggiore Barbara", è fra i protagonisti del drammatico "Love in the dole", mentre nel '42 ottiene visibilità grazie a tre fortunate pellicole, "Pennsylvania", "Il castello del cappellaio" e "The way will down". Nel 1943 arriva la consacrazione in patria, sia in teatro con lo spettacolo teatrale "Hearthbreak House" presso il Cambridge Theatre, sia al cinema con il romanzo di guerra "Duello a Berlino"; grazie alla sua forte presenza scenica e recitativa conquista pubblico e critica. La Kerr decide di accantonare momentaneamente il teatro per dedicarsi al cinema, regalando in quegli anni grandi interpretazioni, come in "Intermezzo matrimoniale" (1945) accanto a Robert Donat, "Agente nemico" (1946) in cui fa coppia con Trevor Howard, "Peccatori senza peccato" (1947) dove divide lo schermo con Walter Pidgeon e Angela Lansbury, "I trafficanti" (1947) con il grande Clark Gable, e soprattutto in "Narciso nero" (1947), in cui il ruolo della combattiva suora missionaria suscita interesse delle major americane e le fa vincere il New York Film Critics Awards. Aperte le porte di Hollywood, nel 1949 la Kerr viene chiamata a recitare nel film diretto da George Cukor "Edoardo, mio figlio", prezioso dramma in cui divide lo schermo con Spencer Tracy e che le fa ottenere una Nomination agli Oscar. Dopo questa pellicola, seguono a Hollywood altre importanti e fortunate produzioni in cui vengono messe in luce le sue grandi doti recitative, spesso in ruoli algidi e forti che rispecchiano la sua provenienza inglese. Tra questi film ricordiamo la commedia romantica "Credimi" (1950), l'avventuroso "Le miniere di Re Salomone" (1950), il kolossal di Melvyn LeRoy "Quo vadis?" (1951) dove interpreta la cristiana Licia accanto ad un cast stellare, "Il prigioniero di Zenda" (1952) dove è la meravigliosa Principessa Flavia, il dramma di guerra "Bagliori ad Oriente" (1952) accanto ad Alan Ladd, l'altro grande kolossal "Giulio Cesare" (1953) dove è Portia accanto a Marlon Brando e "La sposa sognata" (1953) dove duetta con Cary Grant. Ma il 1953 è anche l'anno di "Da qui all'eternità" di Fred Zinnemann, dove la Kerr e Burt Lancaster ci regalano il bacio più appassionato della storia del cinema. Dopo questa pellicola che le frutta la sua seconda Nomination agli Oscar, l'attrice nello stesso anno torna in teatro e debutta a Broadway con "Thè e simpatia", spettacolo di successo che la porta ad una lunga tournée e per il quale ottiene una Nomination ai Tony Awards. Nel 1955 torna al cinema accanto a Van Johnson nel drammatico di Edward Dmytrick "La fine dell'avventura", seguito l'anno successivo dal bellico di George Seaton "Anche gli eroi piangono". Sempre nel 1956 conferma il suo successo con altre due pellicole: la versione cinematografica di "Thè e simpatia" di Vincent Minnelli e il celeberrimo "Il re ed io" accanto a Yul Brinner, film che le fa ottenere una terza Nomination agli Oscar. La quarta arriva l'anno dopo, nel 1957, quando veste nuovamente i panni di una suora ne "L'anima e la carne" di John Houston dove recita accanto a Robert Mitchum. Nello stesso anno è protagonista con Cary Grant della fortunata pellicola romantica "Un amore splendido" diretta da Leo McCarey, mentre nel 1958 la sua carriera si impreziosisce di altre due importanti produzioni: "Bonjour tristesse" di Otto Preminger, dove è una non più giovane donna innamorata accanto a David Niven (con cui inizia un fortunato sodalizio artistico), e "Tavole separate" di Delbert Mann, storia corale ambientata in un albergo che vede nel cast anche Rita Hayworth, Burt Lancaster, David Niven e Wendy Hiller. Questo film le fa ottenere una quinta nomination, ma non riesce a portarsi a casa la statuetta nemmeno questa volta a differenza di Niven e della Hiller; il film ha grande successo anche in Italia dove l'ammirazione da parte della critica le fa vincere il David di Donatello per la Migliore Attrice straniera. La maturità artistica della Kerr ottiene consacrazione anche nei film successivi, fra i quali ricordiamo "Il viaggio" (1959) di Anatole Litvak in cui ritrova Yul Brinner, "Il marito latino" (1959) di Jean Negulesco con il nostro Rossano Brazzi, "Adorabile infedele" (1959) di Henry King accanto a Gregory Peck, "I nomadi" (1960), dramma familiare in salsa western di Fred Zinnemann con Peter Ustinov e Robert Mitcum e che le fa ottenere la sesta Nomination agli Oscar, "L'erba del vicino è sempre più verde" (1960), commedia di Stanley Donen in cui è sentimentalmente divisa tra Grant e Mitchum, il giallo "Il dubbio" (1961) di Michael Anderson in cui ha come partner Gary Cooper, e l' ottimo horror gotico "Suspense" (1960) diretto da Jack Clayton. Dopo due anni d'assenza dalle scene, debutta in televisione in un episodio dell' "ITV Play of the Week", mentre nel 1964 torna sul grande schermo e ci regala altri due splendidi ruoli ne "Il giardino di gesso" di Ronald Reame in cui è la combattiva governante di una non facile Hayley Mills, e ne "La notte dell'iguana" di John Houston dove, accanto ad Ava Gardner e Sue Lyon, è una delle tre donne che ruotano ostinatamente attorno ad un fragile Richard Burton. L'anno successivo è nella commedia poco fortunata "Patto a tre", in cui ha come partner Frank Sinatra e Dean Martin; nel 1966 lavora nuovamente con Niven nel giallo "Cerimonia per un delitto", mentre nel 1967 è nel folto cast del comico "Casino Royale", celebre parodia di 007 nel duplice ruolo di Lady Fiona e dell'agente Mimì, decidendo di staccarsi per una volta dai personaggi più seriosi e sofisticati finora interpretati. L'anno dopo è invece protagonista della divertente commedia "Prudence e la pillola", dove fa di nuovo meravigliosamente coppia con Niven, mentre nel 1969 fa scalpore una sua scena di nudo integrale (il primo e unico in tutta la sua carriera) nel film "I temerari" di John Frankeneimer. L'attrice, quarantottenne, lo fa come provocazione e sfida alle nuove giovani leve che si spogliano senza motivo in tante inutili produzioni. Nello stesso anno è al cinema anche nel film di Elia Kazan "Il compromesso", dove aggiunge un'altra perla drammatica alla sua carriera. Dopo questa pellicola, la Kerr decide di allontanarsi dal grande schermo per tornare alla sua prima passione, il teatro, dove è protagonista di numerose produzioni, tra le quali ricordiamo "The day after defire" (1972) di Peter Ustinov, "Seascape" (1975), "Candida" (1977) e "Overheard" (1981). Nel 1982 si riaffaccia alla tv, dove recita in "A song at twilight", episodio del "BBC 2 Playhouse", ed è protagonista del tv-movie "Witness for the prosecution". Nel 1984, dopo un'altra incursione in teatro all'Aschcrofft Theatre di Londra con lo spettacolo "The corn is green", gira la miniserie inglese "A woman of substance". L'anno successivo, sempre per la televisione, gira il film "Ritorno alla base", un revival di guerra in cui lavora dopo venticinque anni con Robert Mitchum, mentre sul grande schermo è protagonista del film "Il giardino indiano" diretto da Mary McMurray, in cui interpreta una vedova di un ex colone inglese in India e in cui sfoggia una possente presenza scenica che ci rimanda ai forti personaggi interpretati in passato. Nel 1986 lavora in altri due film per la televisione, "Ann and Debbie" e "Hold the dream", con i quali chiude la sua strepitosa carriera. Poco tempo dopo, infatti, le viene diagnosticato il morbo di Parkinson, limitando così anche le sue apparizioni pubbliche. Tra le ultime, ricordiamo nel 1994 la presenza alla cerimonia degli Academy Awards, dove le viene assegnato il meritato Oscar alla Carriera (la Kerr, assieme a Thelma Ritter e Glenn Glose, è l'attrice ad aver ricevuto più nomination, sei, senza ad aver vinto la statuetta). Deborah Kerr, negli ultimi anni, si ritira nella sua casa di Botesdale, dove muore nel 2007 all'età di 86 anni.

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