Sono delle ultime ore le polemiche sulla possibilità di non vedere il concorso di MISS ITALIA sulla nostra amata tv. Infatti, nonostante la patron Patrizia Mirigliani abbia preso contatti e contratti con gli sponsor e organizzato le selezioni regionali (dando lavoro tra l'altro a parecchie persone), la Rai non ha ufficializzato la presenza del concorso nei palinsesti di settembre. Motivo principale i costi; essendo fuori garanzia, sarebbe una spesa troppo azzardata in questi tempi di crisi. Andare a Mediaset? Beh l'aria di tagli si è fatta sentire anche alla concorrenza. E allora che si fa? Abbandoniamo il concorso ai giornali senza la presenza di tv? Lo regaliamo a Sky, che lo renderebbe di nicchia e non valorizzato? La Rai, secondo me, dovrebbe fare un ultimo sforzo. Stiamo parlando sì di un concorso di bellezza, ma anche di una macchina potente dello showbitz. O meglio stiamo cancellando una delle pagine della storia del costume e dello spettacolo italiano. In tutti questi decenni, ogni epoca si è sempre associata a Miss Italia, dal dopoguerra, al boom, alle dimostrazioni femministe. E' pur vero che il concorso negli ultimi anni, nonostante restyling e nuovi metodi di presentazione, ha perso lo smalto originale, pur parificandosi con le esigenze e i canali informativi di oggi. Ma la soluzione non è la cancellazione, bensì, da parte della Rai (che deve essere quasi per regola partner sostenitrice del concorso a livello culturale), il fornire alla "corte" della Mirigliani un valido staff di autori, giovani o non, lontani dai luoghi comuni dei soliti show, staccati dai team dei soliti conduttori. Persone che amino e conoscano il concorso e che cerchino nuove formule di presentazione lontane dai stereotipi del momento, ma al tempo stesso conciliati col "vecchio" e il retrò, sempre e comunque per ricordare la storia e l'identità di Miss Italia. Spero fino all'ultimo che Matrigna Rai ci ripensi, magari faccia dei tagli a varie obrobrietà costose dei suoi canali per non oscurare un pezzo di "Italia". E, se non fosse così, spero che non saltino i contratti per la realizzazione della kermesse, anche se (nel caso venisse proprio cancellata) la difenderei fino all'ultimo ospitandola a basso budget nel mio scantinato.
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